La salute psicofisica della donna è influenzata considerevolmente dal benessere vulvovaginale, è dunque fondamentale salvaguardarlo per una qualità di vita migliore. Per poterlo fare occorre innanzitutto sapere quali sono i rischi e i pericoli in cui ci si imbatte ed essere a conoscenza delle terapie a nostra disposizione.
Quali sono i pericoli: parto, aging, peso corporeo
Eventi fisiologici, come la gravidanza e il parto, possono intaccare l’integrità dei genitali femminili, in particolare se si tratta di parti ravvicinati o in età matura, poiché con il tempo il collagene che si trova nella vagina si rinnova meno facilmente. In particolare, il parto può portare a condizioni quali la lassità vaginale, oppure a cicatrici perineali dovute alla episiotomia.
L’aging è un altro dei fattori naturali che portano ad una modificazione dei genitali: per la vagina e la vulva si inizia a percepire dei cambiamenti verso i 40 anni, causati soprattutto da parti, variazioni importanti di peso e modificazioni ormonali. Nell’ultima categoria ricade la menopausa, che comporta, oltre alla perdita della capacità riproduttiva, altri sintomi tra cui quelli della sindrome vasomotoria: tachicardia, sudorazioni, vampate di calore, disturbi del sonno, alterazioni d’umore. Con la menopausa l’ovaio non produce più estrogeni, sostentamento della mucosa vaginale, che conseguentemente si assottiglia, e viene meno anche il glicogeno, nutrimento dei lattobacilli, aumentano quindi il pH e la frequenza di infezioni. Le grandi labbra perdono tonicità e pienezza, tendendo a raggrinzirsi. Tutto questo provoca secchezza al 75% dei casi, bruciore nel 15% e dolore durante i rapporti sessuali, soprattutto per la penetrazione.
Anche variazioni significative di peso corporeo possono influenzare la salute e il benessere vulvovaginale e portare a problemi come la lassità vaginale, poiché si altera la struttura muscolo-epiteliale della vagina.
Lassità vaginale, cicatrici perineali, atrofia vulvovaginale
Tra le condizioni che danneggiano la salute vulvovaginale ne ricordiamo tre in particolare: la lassità vaginale, le cicatrici perineali, l’atrofia vulvovaginale.
- La lassità vaginale (sindrome della wide vagina) è contraddistinta da perdita di tonicità delle pareti vaginali, aumento del diametro interno ed esterno e conseguente dilatazione dell’ingresso della vagina. Come detto sopra tra le cause troviamo: parti (soprattutto se ravvicinati, in età più avanzata o con peso fetale elevato), invecchiamento e modificazioni importanti di peso, ma anche altri traumi ostetrici e isterectomia (con perdita della naturale sospensione del fondo vaginale). La lassità vaginale può comportare incontinenza urinaria, ma soprattutto insoddisfazione nei rapporti sessuali per l’inadeguata frizione fra il pene e la vagina.
- Tra le cicatrici perineali più frequentemente troviamo quella dovuta alla episiotomia, un’incisione chirurgica del perineo effettuata durante il parto per allargare l’apertura vaginale. L’episiotomia, infatti, può causare complicanze quali infezioni, difetti di cicatrizzazione e riduzione del tono del piano perineale. Altre cicatrici perineali sono determinate dall’asportazione della cisti della ghiandola di Bartholin o del dotto delle ghiandole di Skine, dall’incisione di ascessi, o da traumi perineali. Modificano la microcircolazione e l’elasticità della superficie cutanea, provocando difficoltà di distensione dei genitali esterni durante la fase di eccitamento.
- L’atrofia vulvovaginale è causata dalla carenza di estrogeni, che provoca l’assottigliamento della mucosa vaginale e la diminuzione del flusso sanguigno e della lubrificazione. Il calo di collagene e la perdita di rugosità della vagina comportano una protezione minore durante il rapporto sessuale dallo sfregamento, rendendo più probabile la comparsa di traumi e sanguinamenti.
Come mantenere il benessere vulvo-vaginale
Esistono dei modi per mantenere il benessere vulvovaginale. Il primo è adottare un buon stile di vita: seguire una dieta sana ed equilibrata, praticare attività fisica (anche leggera), evitare fumo e alcolici; ci sono poi indicazioni che si possono seguire: dormire senza slip per lasciare la vulva libera da indumenti, non utilizzare assorbenti e biancheria sintetici e detergenti aggressivi.
In farmacie e parafarmacie si possono trovare medicinali a base ormonale, con estratti vegetale, lubrificanti, o preparati industriali e galenici. Si può optare anche per appositi dispositivi che aiutano a rinforzare il pavimento pelvico e a rafforzare la tonicità vaginale, come le pelvic balls, alcuni tipi di vibratori e gli esercizi di Kegel.
Tra i trattamenti medici troviamo:
- le iniezioni di acido ialuronico (presente anche in gel, creme e ovuli), un costituente naturale dei tessuti, che tende a diminuire con l’età;
- la carbossiterapia, iniezione di anidride carbonica nel sottocute vulvulare, o con una sonda all’interno della vagina, per ossigenare i tessuti e migliorare idratazione e lubrificazione;
- la laser terapia, per aumentare la vascolarizzazione della mucosa vaginale e stimolare, quindi, la produzione di connettivo e di acido ialuronico endogeno.
Il trattamento con il metodo SEFFIGYN (per ragioni funzionali e/o estetiche) viene effettuato da un medico certificato in regime ambulatoriale ed è sicuro, standardizzato e indolore: consiste in un prelievo dal tessuto adiposo della paziente (nella zona addominale, in quella laterale della coscia o sui fianchi) di cellule progenitrici staminali e vasculo stromali che verranno poi impiantate a livello vulvovaginale, per ripristinare tono ed elasticità grazie all’aumento di collagene e alla vascolarizzazione dei tessuti. Non presenta rischi di rigetto, in quanto le cellule reintrodotte sono prelevate dal corpo della paziente stessa.
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