L’integrità dei tessuti genitali femminili può corrompersi con l’età e la menopausa o per altri eventi come la gravidanza e il parto: nonostante questo sia un processo perfettamente fisiologico e naturale, questi sintomi possono provocare alterazioni anche scomode, con ricadute nel quotidiano e anche nella vita sessuale. Vediamo, quindi, quali sono le terapie per il benessere vulvovaginale.
Terapie generali e terapie locali
Oltre ad azioni e abitudini che si possono mettere in pratica quotidianamente per salvaguardare la salute intima (adottare uno stile di vita sano, lasciare la vulva il più possibile libera da tessuti sintetici, evitare detergenti aggressivi, etc…), le terapie che si possono intraprendere si trovano in farmacia e in parafarmacia e si dividono in due gruppi:
- Terapie generali: sono comunemente definite come terapia sostitutiva, sono utilizzate per il controllo di sintomi generali, si assumono per via orale o transdermica. Contengono ormoni sintetizzati in laboratorio e, negli ultimi anni, ormoni bioidentici di origine vegetale, con struttura chimica uguale a quelli prodotti dall’organismo per essere riconosciuti da esso come se avvenisse una “continuità ormonale età fertile-menopausa”.
- Terapie locali: sono utilizzate specialmente per curare la sintomatologia connessa alla sindrome genitourinaria e risanano sia l’aspetto funzionale che quello estetico dei genitali.
Tra queste terapie possiamo trovare ovuli, creme e gel “ormonali”, vitamina E, estratti vegetali, lubrificanti, preparati industriali e galenici.
Trattamenti medici: acido ialuronico, carbossiterapia, laser terapia
Vi sono poi vari tipi di trattamenti medici a cui ci si può sottoporre:
- Acido ialuronico: si può utilizzare in diverse modalità, ma la via iniettiva è la più efficace; questo costituente naturale dei tessuti, che tende a ridursi con la menopausa, a livello vulvovaginale stimola i fibroblasti, provocando un aumento di collagene ed elastina e ricostituendo il volume dell’area trattata.
- Carbossiterapia: si tratta di una terapia a base di anidride carbonica e consiste nell’iniezione sottocutanea vulvulare, con effetto ossigenante sui tessuti, stimolando il connettivo, aumentando il collagene, l’acido ialuronico endogeno e l’elastina, oppure nell’utilizzo di una sonda che libera CO2 all’interno della vagina, agendo sul microcircolo e migliorando idratazione e lubrificazione vaginale.
- Laser terapia: utilizzato nella terapia per atrofia e lassità vaginale e incontinenza da sforzo, il laser a CO2, o Erbium, aumenta la vascolarizzazione della mucosa vaginale, stimolando la produzione di connettivo e acido ialuronico endogeno, determinando, quindi, un foto-ringiovanimento funzionale dei tessuti. È un trattamento che si esegue a livello esterno (all’ingresso della vagina) e vaginale e va ripetuto mensilmente per tre o quattro volte.
Terapia Autologa Rigenerativa con il metodo SEFFIGYN per il benessere vulvovaginale
La nuova frontiera terapeutica è rappresentata dalla Terapia Autologa Rigenerativa con il metodo SEFFIGYN: si ottengono cellule staminali di origine mesenchimale tramite un prelievo nel tessuto adiposo addominale, o sui fianchi, o nella zona laterale della coscia e attraverso la tecnica e il dispositivo medico SEFFIGYN, si effettua l’impianto a livello vulvovaginale delle cellule precedentemente estratte; questo trattamento è indolore, poiché prevede anestesia nelle zone di prelievo e impianto, è senza rischio di rigetto, trattandosi di cellule prelevate e reinserite nella stessa paziente; ripristina tono ed elasticità, grazie alla rigenerazione e alla vascolarizzazione dei tessuti e all’aumento di collagene.
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